Cambiamenti climatici

In una Parigi che fatica a riaversi dopo gli attentati firmati Isis, si è tenuta e conclusa la XXI Conferenza delle parti (COP21) con l’obiettivo di concludere, dopo oltre 20 anni di negoziati delle Nazioni Unite, il primo accordo universale e vincolante sul clima per limitare il riscaldamento globale della Terra a meno di 2 gradi centigradi rispetto a quello esistente prima dell’epoca preindustriale. C’erano le rappresentanze di quasi tutti i paesi della Terra, c’erano i big della politica mondiale.

I discorsi ufficiali hanno chiuso la COP21 con una certa enfasi di soddisfazione: il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, ha parlato di un accordo «universale e ambizioso, che renderà le vite degli esseri umani più salutari e prospere», mentre le parole della presidenza francese riassumono la drammatica necessità dell’accordo:

per il mondo intero e per ciascuno dei nostri paesi. Aiuterà gli stati insulari a tutelarsi davanti all’avanzare dei mari che minacciano le loro coste; darà mezzi finanziari all’Africa, sosterrà l’America Latina nella protezione delle sue foreste e appoggerà i produttori di petrolio nella diversificazione della loro produzione energetica. Questo testo sarà al servizio delle grandi cause: sicurezza alimentare, lotta alla povertà, diritti essenziali e alla fine dei conti, la pace. Siamo arrivati alla fine di un percorso, ma anche all’inizio di un altro. Il mondo trattiene il fiato e conta su tutti noi.

Qualcosa di concreto si è raggiunto (ampiamente riportato e commentato sui media e  nella rete), ma i commenti degli osservatori non rispecchiano tutto questo ottimismo e non manca chi considera il Paris Agreement solo acqua fresca.

Più che nella politica e nella buona volontà verde, le speranze concrete stanno negli investitori che, facendo i conti, cominciano a considerare il settore dell’economia fossile un business in calo, anche se ancora potente, e si avviano a spostare i loro danari verso fonti energetiche rinnovabili, secondo un’economia circolare in ascesa. E di economia circolare riparleremo.

Intanto, da un’ottica vegetariana, in contrasto con i prossimi cenoni delle feste in arrivo, ecco un video da prendere n condiderazione: