ONG: IL CASO

C’è da augurarsi che ci siano molteplici indagini in corso per la difesa del paese dal malaffare. Come mai – e opportunamente – di nessuna viene fatto cenno sulla stampa e questo dossier invece è finito nel ventilatore?

Carlo Bonini (Repubblica 3.5.17) si fa delle belle domande: Chi lo ha scritto? Che circolazione ha avuto? Come lo ha acquisito il Procuratore di Catania? Perché divulgarlo se è così generico e inservibile?

Al momento la fonte risulterebbe Frontex (l’Agenzie Eu che gestisce la missione Triton). Il suo direttore, sentito ufficialmente, dice che non è divulgabile per riservatezza(?). Le Ong incoraggerebbero gli sbarchi e gli scafisti (?).

Il Procuratore alla Commissione Difesa del Senato dice:«Non tutte le Ong sono sullo stesso piano» oppure:«La cautela ci deve spingere a investigare». Ma queste sono semplicemente due banalità, quando poi aggiunge:«Non possiamo ospitarli tutti anche perché la maggior parte non ha diritto alla protezione internazionale» fa una valutazione politica che nella sua qualità non gli compete.

Svuotata del suo supposto alto rendimento politico, che ha pilotato la fuga di notizie, Carlo Bonini scrive che:«Alla fine qualcuno dovrà chiedere scusa». No, mi permetto di dissentire: non solo nessuno chiederà scusa di questa volgare speculazione contro di cerca di salvare vite umane da morte sicura ma, dopo un certo tempo e calmate le acque, non ci sarà nemmeno nessuno che rinfaccerà agli autori il barbaro sistema di usare in politica le “false notizie”.