Davar di gc

icoGCjpg il Blog di Giorgio Chiaffarino

 

3 Settembre 2016

ECO E GLI IMBECILLI

Umberto Eco, come si sa, ha detto la sua anche sui social. La sua affermazione perentoria è stata citata in questi giorni (28.05.2016): «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli»

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3 Settembre 2016

IL CORAGGIO DI CRESCERE

Azzardo una invasione in area economica. Si diceva una volta: piccolo è bello, e non è totalmente sbagliato perché in tempo di crisi il piccolo è più adattabile alle circostanze. Ma quando il vento cambia, o sta per cambiare? Bisogna diventare più grandi. Le iniziative del governo ci sono e certamente servono ma non bastano. Mi persuade una frase di Ferdinando Giugliano (Repubblica 27.05.16) «La svolta deve essere prima di tutto culturale. Per troppo tempo gli imprenditori italiani hanno rinunciato a espandere la propria azienda pur di mantenerne il controllo». Ecco perché poi molti sono stati costretti a vendersi. Per esempio: un pensierino sulle contromanovre al Corsera, no?

 

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3 Settembre 2016

E’ INFORMAZIONE?

A di martedì (31.05.2016) Maurizio Belpietro afferma che «L’enorme debito italiano è responsabilità di Matteo Renzi».  Il conduttore glissa e cambia discorso!

Ma tra le tante responsabilità attuali del governo bisogna proprio aggiungerci anche quelle dei decenni precedenti?

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16 Giugno 2016

SOLO L’AMORE FA VIVERE

«Ho capito adesso che agli uomini sembra di poter vivere per tutte le cure che hanno di sé, ma in realtà sono vivi soltanto perché è l’amore che li fa vivere. Chi è nell’amore è in Dio e Dio è in lui, perché Dio è amore»

(L. Tolstoj, Che cosa fa vivere gli uomini).

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13 Giugno 2016

È GIORNALISMO?

A proposito di televisione, è ormai di dominio pubblico che i dibattiti hanno stancato e vengono seguiti sempre meno. Anni addietro di era scoperto che costavano poco, qualcuno che aveva qualcosa da dire – o faceva finta di averla – c’era sempre e, soprattutto quando scoppiava la telerissa, la gente guardava.

Ma, altro proverbio, un buon gioco dura poco! Oltre certi limiti c’è saturazione. Sembra che il solo modo di vivacizzare uno schema molto depresso sia schierarsi all’opposizione.

Non è bello che qualcuno tiri la giacca quasi quotidianamente alla Rai. C’è una presidenza e una direzione generale e lasciamo che facciano il loro lavoro. Se però è vero che per tre settimane è data la parola solo all’opposizione qualche problema esiste. Un esempio a caso: a uno dei recenti Ballarò, Belpietro afferma che «Dell’enorme debito italiano il responsabile è Renzi», pensate, che risultato in così pochi anni di governo e questo senza commenti di qualcuno della maggioranza e nel totale silenzio del conduttore. È giornalismo?

 

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13 Giugno 2016

LA STORICA NOMINATION

Dopo un uomo di colore una donna alla Casa Bianca sarebbe un balzo gigantesco per le donne del mondo e un sospiro di sollievo per  tutti gli umani provvisti di senso comune. Anche qui, a chi non apprezza Hillary,  ricordo la teoria del male minore. Ve lo immaginate Trump al comando dello stato più potente del mondo?

Se fosse possibile affiancare una briciola a una montagna direi delle nostre analogie con gli Usa. Anche da noi, a sinistra, ci sono dei Sanders che hanno perso ma non vogliono accettarlo anche a rischio di far vincere li avversari.

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7 Giugno 2016

AMMINISTRATIVE – DOPO IL PRIMO TURNO

C’era una volta il partito democratico, il Pd, che magari scricchiolava sul piano nazionale, ma che spopolava alle amministrative con uno stuolo di formidabili personaggi. Ora se il segretario dice che non è contento, si vede che sono andate proprio male! Dire che le elezioni amministrative non influiscono sul governo è una banalità, come dire votiamo per mandarlo a casa (Renzi). Però qualche riflessione dovrà pur essere fatta e chissà quanti, anche molto qualificati, in questo momento ci stanno provando. Cercherò di farlo anch’io, a modo mio.

Molto difficile esprimere delle considerazioni di carattere generale perché i quattro casi che vorrei esaminare sono molto differenti tra loro. Due sono scontati: Napoli e Roma. Il primo per la forte posizione del sindaco uscente, forse un po’ troppo ruspante ma ai suoi concittadini piace così. Roma sconta un passato incredibile – la gestione Alemanno – alla quale il Pd non ha saputo opporre una degna riforma, perché Marino è stata una persona sbagliata in un posto sbagliato. Torino, a mio avviso, costituisce la vera sorpresa il ché mi consente di fare un ragionamento anche sull’altra super donna di Roma. Virginia Raggi e Chiara Appendino sono non solo due ottime candidature ma, e soprattutto, l’esempio di due raffinati stili politici. Vero che l’opposizione è infinitamente più facile del governo, specie in tempi di bassa congiuntura, però presentarsi senza esperienza, senza programma e senza squadra, evitando qualsiasi confronto – forse salvo uno, a Torino – e ottenere quei risultati è esempio di grande abilità personale. Ottenere il voto degli elettori dichiarando che in presenza di problemi chiederemo alla rete bisogna proprio rivolgersi a persone che sono disposte a tutto pur di cambiare. A Roma, le cose stanno così, e Giachetti ha fatto un mezzo miracolo.

E poi c’è il problema tutto speciale di Milano. La sinistra dava per scontata la ripresentazione di Pisapia, la migliore consiliatura (se così si può dire) da decenni. Il suo forfait, i tempi e i modi, ha suscitato critiche e dissensi. Idem puntare su una vicesindaca, brava certamente soprattutto a far quadrare i conti (che non è male!), ma poco legata alla città (ex Genova). Sala ha vinto le primarie, certo, ma anche lui era un poco “paracadutista”, il segretario che lo ha fortemente sponsorizzato ha confidato troppo sull’effetto Expo e non ha considerato a sufficienza che gli italiani, e anche i milanesi, perdono rapidamente la memoria. Però la squadra che Sala, e il Pd, hanno costruito dà un certo affidamento per una continuità con la precedente giunta, ma soprattutto mi terrorizza l’idea di una nuova giunta simil Moratti, crisi nel verde, automobilisti liberi tutti dappertutto, altro cemento, altro allargamento della città e chi peggio ne ha più ne metta.

E veniamo al partito. Se l’occasione servirà a convincere che il partito deve avere una struttura normalmente operante e un segretario non a mezzo servizio col governo sia la benvenuta. Non è questo un errore di Renzi ma dello statuto. Questo abbandono della briglia al collo produce un fenomeno analogo a quello di un tempo: il partito localmente perde la qualità di soggetto e diventa un oggetto per raggiungere altri e magari nobili fini. Ma così da un certo momento in poi la sua efficienza cessa e diventa un’altra cosa, non più un raccolta-dibattito di idee che poi si traducono in consenso. Sarà interessante, visto che il segretario ha detto che ora si cambia, vedere se, come e con quali prospettive.

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27 Maggio 2016

LA CONSOB E L’AUTOCRITICA

Ho seguito l’incontro annuale di Giuseppe Vegas, presidente della Consob, e sono letteralmente allibito. È abbastanza normale che in una simile occasione non si faccia autocritica, anche se sarebbe molto ragionevole farla. Ma dire addirittura che nella vicenda delle famose quattro banche la Consob è stata un modello di correttezza, lodato persino da Fmi e da Esma, sembra davvero troppo. Si aggiunga per di più il silenzio assordante di quasi tutta la stampa. Che cosa è la Consob e come dovrebbe agire. Per chi non è al corrente è semplice, basta cliccare il nome su uno dei motori del web. Certamente non «assicura la bontà di nessun investimento» ma gli interventi che riguardano il pubblico risparmio dovrebbe controllarli. In realtà l’impressione è che al solito scappati i buoi ora si cerchi di chiudere la stalla. Leggo sul Sole24ore: Vegas:Arrivano le schede prodotto, ci sarà più trasparenza nei prospetti. In aiuto a noi, poveri italiani di tutti i giorni, che non siamo specialisti del campo, è opportunamente intervenuto Alberto Statera (Affari e Finanza 16.05.2016) che ha esordito rivelandoci il titolo di un’opera del nostro che lo qualificherebbe come esperto in diritto ecclesiastico. Si tratta del volume: Spesa pubblica e confessioni religiose che, francamente, un poco di curiosità la suscita. Il che però non aiuta i piccoli  risparmiatori ridotti sul lastrico mentre, dice Vegas: «La Consob non ha nulla da rimproverarsi nel collocamento dei bond subordinati… Stiamo verificando ciò che è successo». Incredibile! È dal 2012, ci ricorda Statera, che Banca Etruria è sull’orlo del baratro e vende i bond tossici ai piccoli risparmiatori che invece la Consob dovrebbe tutelare. Poco importa che questo scandalo sia un piccolo 1,17 per cento del totale dei bond quasi a dire che una piccola truffa non è truffa ! I funzionari di Banca Etruria hanno falsificato i questionari informativi per i clienti e lo hanno fatto con la copertura della Consob, come ha scritto il Corriere della Sera (ma non la Repubblica!). Nel prospetto informativo del 2013 (di oltre 150 pagine approvate dalla Consob) non è specificata la percentuale di rischio! Delle quattro banche ora si occupa la Guardia di Finanza e la magistratura e vedremo come andrà a finire. Ma io non posso dimenticare di essere stato un assicuratore e di aver seguito giorno per giorno il totale letargo della Consob e del suo presidente all’epoca del caso del gruppo Ligresti e il successivo salvataggio con la fusione Unipol-Sai. Chissà se un giorno qualcuno si ingegnerà a indagare in proposito per chiarirci se e quanto il tutto è costato alla collettività. A parte questo la lista delle omissioni Consob – per dirla eufemisticamente – è tale che il presidente del Consiglio dovrebbe non attendere oltre per una adeguata rottamazione!

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27 Maggio 2016

ANPI

Siamo pluralisti… intensifichiamo la campagna per il NO (la Repubblica 25.05.16)

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8 Aprile 2016

L’INVERSIONE DEI RUOLI

 

L’ultima trovata dei talk show.

Si scopre che qualcuno sta cercando documenti per organizzare un dossier contro di me. Secondo un certo giornalismo di inchiesta non sono io la possibile vittima di un probabile malintenzionato nei miei confronti ma sono il responsabile. Di che cosa? Se mi preoccupo vuol dire che probabilmente non ho la coscienza pulita e devo difendermi dal fatto che – forse – ho qualcuno che mi vuol male!

 

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