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icoGCjpg il Blog di Giorgio Chiaffarino

 

8 Aprile 2016

LIGURIA 2014: SCAJOLA BATTE PERTINI

Leggo questo titolo sul web e, incuriosito, vado a leggere anche il testo. È una versione dettagliata delle vicende delle primarie in Liguria che hanno portato alla sconfitta la lista del Pd e la sua capolista Paita e la vittoria della lista della destra e del suo leader Toti, paracadutato per l’occasione nella regione.

Tutto vero, credo, e poi non ho nessun elemento per verificare o contraddire le notizie. Addirittura la cosa non mi interessa. Faccio un’altra riflessione: perché impiegare oggi tempo e energie per una vicenda ormai così lontana e digerita? Perché è paradigmatica di come reagire a vicende che non condivido.  Invece di oppormi dall’interno e continuare la battaglia, mi organizzo separatamente e lascio campo libero alla vittoria degli avversari. Ho vinto una battaglia e ho perso la guerra. Questa storia che la sinistra dovrebbe mandare a memoria, non solo per l’oggi ma per il domani e per sempre, evidentemente è tutt’altro che digerita ma continuare a ripeterla non è che la giustifica. Continua a essere un clamoroso errore politico. È consentire ai propri avversari, senza neppure la fatica di provarci, l’antico espediente del divide et impera! Nel caso concreto è stato consentire il successo a un simpatico signore per il quale Liguria è poco più di un nome nella carta geografica e, preferibilmente, è attratto, dagli impegni e dalle prospettive della sua parte politica sul piano nazionale.

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8 Aprile 2016

E’ GIORNALISMO ?

Una storia che ha dell’incredibile. Non è stata sufficiente l’ospitata dei Casamo­nica, ora Bruno Vespa c’è ricascato con l’intervista al figlio di Riina (6.4.2015). La trasmissione registrata sembra sia stata previsionata addirittura dal nuovo direttore generale Carlo Verdelli. Fornire un palcoscenico a un condannato per mafia con la scusa della presentazione di un libro è gravissimo e certamente non è giornalismo. Chi leggerà questo libro? Molte librerie – a partire dalla Sicilia – si sono già rifiu­tate di metterlo in commercio. Venderlo non era lo scopo né dell’autore, né dell’editore, ma invece accreditare l’idea che la mafia è un fenomeno normale per cui in fondo non si capisce perché un mafioso (come Riina) stia in galera: obbiettivo completamente raggiunto!

Le reazioni giustamente sono generali e il giornalista si è giustificato:«La mafia va conosciuta per batterla». E meno male che ci ha pensato lui perché fino ad oggi nessuno se ne era reso conto. Scrive opportunamente Famiglia Cristiana:«Parlare di mafia in Tv si può e si deve. Ma gli interlocutori fanno la differenza, anche perché il piccolo schermo entra in casa senza bussare. Vittime e carnefici sullo stesso piano, ma la tv può contrabbandare veramente tutto?». È in particolare si tratta dei tipo di do­mande che un giornalista deve rivolgere all’intervistato, qualunque persona sia, meglio se è un mafioso, e non solo la prima domanda ma, come ci insegna il giornalismo dei paesi normali, soprattutto la seconda domanda e magari anche la terza! E si ricordi che il legale di Riina jr. ha firmato la liberatoria solo dopo aver visto tutta la puntata: ecco perché possiamo parlare senza tema di smentirei un prodotto confezionato ad hoc!

È dal 1996 che il sullodato infligge Porta a porta ai teleutenti e molti si doman­dano che cosa ancora debba succedere perché finalmente l’azienda si decida a prendere posizione.

 

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8 Aprile 2016

UNA MISTERIOSA REGOLA DIVINA

«Secondo una misteriosa regola divina, quando il mio pane diventa il nostro pane allora anche il poco diventa sufficiente. Invece, la fame comincia quando io tengo stretto il mio pane per me, quando l’Occidente sazio tiene stretto il suo pane, i suoi pesci, i suoi beni per sé. Sfamare tutta la Terra è possibile, c’è pane in abbondanza. Non occorre moltiplicarlo, basta distribuirlo, a cominciare da noi, battendo l’egoismo, lo spreco del cibo e l’accumulo di pochi».

Ermes Ronchi – 11.03.2016 – durante gli esercizi spirituali del Papa e della Curia.

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7 Marzo 2016

LIBIA: MANOVRE A SPINTA

Anche gli oppositori più accaniti dovrebbero riconoscere il buon fondamento della politica perseguita dal premier in queste giornate. La guerra in Libia è già stata fatta e abbiamo visto come è stata condotta e gli inevitabili conseguenti risultati.

Ora sono evidenti a chiunque le pressioni che ci vengono fatte per mettere un cappello a iniziative che da altri paesi europei sono state già prese proprio mentre vengono smentite!

A parte ogni valutazione sulla guerra e sulla sua opportunità, in genere e nel caso, l’opinione pubblica italiana, credo, non sopporterà perdite di nostri uomini più di quanto non sia già purtroppo avvenuto.

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7 Marzo 2016

SINISTRA NECESSARIA?

C’era un vecchio discorso sulla possibilità che ci sia o meno, a sinistra del Pd, uno spazio politico. Ora, si è costituito un gruppo che non ha più dubbi: nasce Sinistra Italiana (Si) o meglio nascerà  a dicembre ma già adesso, in un convegno a Roma, si comincia a capire di cosa potrebbe trattarsi. E, apparentemente, si contano al suo interno diverse tendenze non completamente disponibili a fondersi. Il solo collante unitario appare quello di essere anti renziani. Lo rileva banalmente l’intervistatrice con uno dei principali esponenti dell’operazione (Stefano Fassina). Assolutamente no ribatte l’interessato, siamo per il lavoro, per lo sviluppo… Senza speranza di uno spazio nella stanza dei bottoni, senza Pd, anzi, contro il governo che già fa molta fatica ad avere risultati, quali possibilità concrete di successo sono possibili? Solo presenza e affermazioni di principio? Un’altra divisione per unire la sinistra, di quelle che abbiamo già visto “n” volte?

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26 Febbraio 2016

ACCADE IN IRAN

Interessate e affollatissimo incontro all’ ISPI (il 23.2) con Pejman Abdolmohammadi sulla situazione di quel paese alla vigilia delle elezioni.  Una carrellata dei suoi recenti cambiamenti, le possibilità e le prospettive.

Mi ha colpito l’analisi sulla pericolosa competizione in atto tra  Iran e Arabia Saudita. Un contrasto per paesi interposti: la Siria, la grande vittima, lo Jemen, distrutto. Alla domanda quale possa essere il prossimo quadro ha risposto: il Libano (che è già diviso in due tra nord e sud).

Anche nel Medio Oriente – e dintorni – sono da immaginare tempi duri.

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26 Febbraio 2016

SCENE DI ORDINARIA POLITICA

Il disaccordo sistematico di una parte del Pd – su qualsiasi tema o proposta della maggioranza o del governo – apre un buco nel centrosinistra. E’ davvero così sorprendente che uno spregiudicato manipolo approfitti della situazione e cerchi di riempirlo? In politica il vuoto non esiste…

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24 Febbraio 2016

FASCISMO A BOLOGNA

Non esistono dubbi a proposito delle mia lontananza dal pensiero del prof. Panebianco. Eppure non si può non solidarizzare con lui dopo l’aggressione (al momento duplice) a lui subita per un pugno di facinorosi che hanno impedito la normale lezione all’Università di Bologna. Non si tratta di contestazioni, di intimidazioni o altra diavoleria: è semplicemente fascismo, quel virus che è sempre sotto traccia nel nostro paese e che, malgrado tutto, non riusciamo a debellare.

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19 Gennaio 2016

MA GUARDA CHI SI VEDE !

«Facile dimenticare certe notizie: sorprende rileggere ora la clamorosa lista di personalità che erano state assoldate per operare un ribaltamento della democrazia del nostro paese. L’operazione allora non è riuscita ma non sono forse rimaste ancor oggi delle tracce immarcescibili e per cui dobbiamo sempre vigilare? Quando, il 17 marzo 1981, nella villa del maestro venerabile Licio Gelli a Castiglion Fibocchi venne trovato l’elenco degli iscritti alla loggia massonica P2, si scoprì che fra le 962 persone registrate c’erano: dodici generali dei carabinieri, cinque generali della Guardia di Finanza, ventidue generali dell’Esercito, quattro dell’Aeronautica, otto ammiragli eccetera. I carabinieri piduisti (52) comprendevano tre ex vicecomandanti generali, un comandante di divisione, il generale Dino Mingarelli inquisito per il depistaggio delle indagini sulla strage di Peteano (1972) connessa alla struttura segreta Gladio, e il generale Romolo Dalla Chiesa, fratello di Carlo Alberto. La lista fu ritenuta dallo stesso Licio Gelli un brogliaccio incompleto in quanto gli affiliati erano oltre 2.400» .

Giorgio Dell’Arti- il Domenicale il Sole24ore –  18.01.2015

 

 

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19 Gennaio 2016

SOSTIENE BRASSENS

L’UMANITÁ REGREDISCE

«L’informazione è cresciuta molto più velocemente della cultura, così oggi la propaganda ha molte più chance di prima. Ormai viviamo in un’epoca di slogan. L’umanità regredisce, ho l’impressione che gli imbecilli si manifestino sempre più».

Georges Brassens (probabilmente fine anni 70).

 

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